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  • Kinski

  • Agosto, 2022

I più lo ricorderanno come tenebroso, inquietante e implacabile vampiro nel Nosferatu di Werner Herzog, altri come il folle e poetico visionario che tenta la costruzione di un teatro d’opera nel cuore della foresta amazzonica nel Fitzcarraldo, sempre del regista tedesco, che ne aveva fatto un attore feticcio. E anche chi non lo ha mai visto sullo schermo, se mai lo ha intravisto, non può dimenticarlo. Personaggio spigoloso, lunare, eccessivo, se ne sono scoperti lati oscuri, e non in maniera romantica – la violenza sulle figlie, una delle quali è la bellissima, anch’ella attrice, Nastassja.

Ed è all'irrequieto genio di Kinski, che un altro piccolo genio del mondo dei profumi, il tedesco Geza Schoen, aveva voluto tributare un omaggio in occasione del ventennale della sua morte. Geza Schoen è un profumiere che ha fatto parlare molto di sé per aver proposto delle creazioni minimali al limite del concettuale: la linea Escentric Molecules, che comprende fragranze senza costruzione, ottenute diluendo in alcool dei singoli aromi chimici (quasi l'equivalente di una tela monocroma, o, addirittura, di objet trouvé).

Tanto osannato quanto criticato per questa scelta, non si può dire che il ragazzo non abbia avuto fiuto, essendo, questi, tra i profumi più amati e venduti degli ultimi anni nel campo della profumeria di ricerca. Kinski, però, non poteva che seguire una traiettoria più complessa e difficile. E' un profumo audace e tagliente come il personaggio che lo ha ispirato. Se al centro della fragranza viene dichiarato un accordo di freschezza oceanica, non fatevi ingannare: non è un marino (scordate i vari Motu e progenie) e a dire il vero non è nemmeno fresco.

Se c'è freschezza, questa è ricoperta di note aromatiche di bacche di ginepro e di foglie di ribes nero che conferiscono note verdi, ma acri, e sul fondo vi aspettano silenziose ma all'erta quelle che in profumeria chiamiamo note "animali": sentori intimi, secchi, spiazzanti. L' oceano di questo profumo, non è ripreso in superficie, ma in profondità. E, non chiedeteci perché, annusando questo profumo, oltre che Kinski, ci vengono in mente le splendide immagini del reportage subacqueo sulle donne del mare realizzato da Fosco Maraini nel Giappone degli anni '50.

"bla"

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  • L’Autre, Diptyque

  • Ottobre, 2021

Nel 1961 una interior designer, Christiane Gautrot, e un pittore, Desmond Knox-Leet, che insieme lavorano alla creazione di stoffe e carte da parati per Liberty e Sanderson, coinvolgono Yves Coueslant, scenografo, nella realizzazione di una boutique al 34 di Boulevard Saint Germain (ed è proprio dalla disposizione ad angolo del negozio che arriverà l’ispirazione del nome).

Pian piano, tra le creazioni di tessuti d’arredo si inserisce l'amore per il profumo: dapprima presentando alla loro clientela fragranze della tradizione inglese allora poco conosciuta in Francia, e poi con candele e profumi di propria creazione. Ed è difficile non riconoscere che Diptyque è stato ed è un punto di riferimento unico nel mondo della profumeria di ricerca.

A Diptyque dobbiamo una delle migliori fragranze al fico mai create: quel Philosykos composto da Olivia Giacobetti, una fragranza raffinata ed impressionista che da decenni affascina con il suo parlarci di paesaggi mediterranei saturi di luce. Ma è sin da gli esordi che Diptyque si distingue per l'assoluta originalità e indipendenza dalle mode: nel 1968, in pieno periodo di contestazione, laddove tutti cavalcano l'onda con essenze di patchouli e dintorni, loro cosa fanno? Rispolverano una ricetta inglese del XVI secolo per pot-pourri e pomander: una raffinatissima miscela di fiori, agrumi e spezie. Nasce così L'Eau, la loro prima fragranza.

Il secondo atto di questa avventura profumata mostra però che Diptyque sa essere ancora più audace: L'Autre (1973). L'Autre non è solo "altro" rispetto al primo profumo, ma è "altro" rispetto alla nostra idea occidentale di profumo, alla nostra idea di piacevole. E l'odore di luoghi e culture cui non siamo abituati. Basti pensare che esistono profumerie che, pur vendendo i profumi di Diptyque, questo Autre no, non lo vogliono.

Troppo strano. Un profumo orientale senza traccia alcuna di dolcezza o morbidezza. Non vuole sedurre nè essere romantico, vuole raccontare una storia o un paesaggio polveroso: mercati mediorientali, calure insopportabili, odori potenti. Un'esplosione sferzante e tagliente di spezie secche e aromatiche, tra cui: cardamomo, pepe, noce moscata, cumino. Ed è il cumino, forse, il problema: a molti nasi suggerisce associazioni non esattamente piacevoli (motivo per cui L'Autre va indossato solo se vestiti in maniera impeccabile). Non piacerà a tutti, ma chi avrà il coraggio di indossarlo, verrà ripagato con la possibilità di sperimentare una sensualità decisamente inedita.

"Sono attratto dai profumi primordiali – profumi di antiche memorie, profumi che ci affascinano: alberi, acqua, fuoco… (dall'intervista per Noseparis)"

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  • Acqua di Colonia alla Zagara, Officina Santa Maria Novella

  • Ottobre, 2021

A noi piacciono le storie. Tutte le storie.
La storia del cinema è costellata di registi che hanno fatto della precisione e del metodo la propria ossessione.
Basti pensare a quel burbero genio di Kubrick che, per la realizzazione di “2001, Odissea nello Spazio”, pretese dalla sartoria che le tute spaziali avessero persino le etichette interne, in modo che gli attori, di fronte a tanta verosimiglianza, fossero facilitati nel calarsi nella parte.
Oppure, ed è l’episodio che ci ha dato lo spunto per i due profumi che vi segnaliamo , durante le riprese della scena del ballo ne “Il Gattopardo”, a Visconti non bastò che la splendida Claudia Cardinale avesse dei fiori d’arancio tra i capelli, ma volle che nell’aria fosse generosamente vaporizzato il loro profumo.

A chi gli obiettava: - Ma che senso ha, Maestro, non sarà mica possibile per gli spettatori sentire il profumo! , il regista rispondeva: - Non importa, perché le comparse, gli attori e noi tutti respireremo odore di Sicilia. E renderà tutto più vero. E questo si sentirà.

E allora proviamo a sentirlo pure noi questo profumo nell'aria... E tra i tanti profumi ai fiori d'arancio che esistono, quale sceglieremo? Ovviamente quello dell'Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella: Acqua di Colonia alla Zagara. Per due motivi. Il primo è che ci piace parlare di un posto che è un vanto per l'Italia e che in quanto a storia non scherza: si tratta di una delle farmacie più antiche del mondo, creata dai frati domenicani provenienti da Bologna al loro arrivo a Firenze, all'inizio del XIII secolo. Nella coltivazione di erbe officinali per la preparazione di medicamenti e balsami, erano facilitati dal fatto che la basilica era in aperta campagna ( non pensatela com'è adesso, parliamo di 8 secoli fa !!) tanto da chiamarsi Santa Maria delle Vigne, in riferimento all'ubicazione.

L'Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella è il luogo dove si rintracciano le origini dell' acqua di colonia: la famosa Acqua della Regina, tuttora in commercio, composta appositamente per Caterina de’ Medici in occasione del matrimonio con Enrico II che la incoronò Regina di Francia. Il secondo motivo per cui scegliamo Santa Maria Novella è che Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel libro da cui è tratto il film, fa indossare ad Angelica la colonia " à la maréchale ", una fragranza speziatissima e di grande carattere legata, a seconda delle versioni, a diversi personaggi di quelli forti ( da Leonora Dori Concini alla Contessa D'Aumont ) accomunati dal fatto che non hanno fatto esattamente una bella fine: tutte accusate di stregoneria e bruciate al rogo.

 

 

 

 

A questo punto non ci resta che invitarvi a rivedere il capolavoro di Visconti o rileggervi il libro indossando una delle due fragranze, magari dopo aver visitato, in via della Scala 16 quel magico luogo che è l' Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella. P.S. Ci piace chiudere il cerchio di questo post cinefilo ricordando che è proprio qui che in "Hannibal" di Ridley Scott, secondo capitolo della saga de "Il silenzio degli Innocenti", il dottor Lecter acquista il profumo per Clarice. Ma se non lo avete visto e vi siete fermati alla pellicola di Jonathan Demme, avete fatto bene. Ma questa è un' altra storia.

"O Stella, o fedele stella, quando ti deciderai a darmi un appuntamento meno effimero, lontano da tutto, nella tua regione di perenne certezza?"

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  • Carnal Flower, Editions de Parfums Frederic Malle

  • Dicembre, 2020

1948: Robert Piguet commissiona a Germaine Cellier un profumo all tuberosa. Nasce Fracas, una fragranza, come da nome, chiassosa, esuberante, sfacciata, che intende mettersi definitivamente alle spalle le severità e la tragedia mondiale degli anni appena trascorsi – e su come a periodi di crisi la moda risponda con inviti al sogno e al lusso basta ricordarsi che Joy di Jean Patou, reclamizzato come “le parfum plus cher du mond”, seguiva la grande crisi del ’29 e il drammatico crollo di Wall Street.

Fracas, comunque, non fu semplicemente un profumo alla tuberosa ma IL profumo alla tuberosa: un punto di riferimento per mezzo secolo.
Si dice che ogni volta che una casa profumiera chiedesse una tuberosa, si partisse di lì: “Vogliamo un Fracas, ma più verde” ,“ Sarebbe bello avere un Fracas, ma più dolce”, e via discorrendo.

Non Frederic Malle. 

Fondatore di una delle Maison più intransigenti in assoluto su qualità ed esclusività delle creazioni, si propone di mettere in commercio un profumo alla tuberosa inedito e rivoluzionario.

Inoltre, durante i suoi numerosi viaggi in California ( è lì, dal vicino Messico che viene la tuberosa ) matura l’idea di accentuare gli aspetti più solari e carnali del fiore.

Il risultato, ça va sans dire, è spettacolare.

Carnal Flower è una fragranza di una bellezza dirompente: le narcotiche note del fiore, accompagnate da euforiche e ariose note verdi, sono quanto di più classico e allo stesso tempo moderno ci si possa aspettare.

Sfaccettata ed orchestrata alla perfezione, la fragranza ondeggia tra sfumature calde e sensuali ( Gelsomino, Ylang Ylang ) e fresche e solari ( Cocomero, Fiori d’Arancio ), mentre il cocktail di muschi sul fondo garantisce una tenuta sulla pelle eccezionale.

"Potente ma sofisticato, lussuoso ma disinvolto, è un profumo praticamente perfetto. La tuberosa di riferimento del XXI secolo."